Sanità e Politica
Malattie rare, troppe le difficoltà nell’assistenza ai pazienti
La ricerca Ossfor condotta da Crea Sanità e Osservatorio malattie rare certifica difficoltà da parte delle Asl non solo a livello di assistenza, ma anche nel quantificare il numero di pazienti a carico

Le Aziende sanitarie hanno difficoltà a quantificare l’onere dell’assistenza ai pazienti affetti da malattie rare. A livello locale manca persino la capacità di quantificare il numero di pazienti in carico alle Asl o ai Centri di riferimento. Inoltre manca una linea preferenziale per l’aggiornamento e la concessione delle esenzioni per le malattie rare, ritardando di fatto la reale presa in carico del paziente. Emerge questo dall'”Analisi economica dell’impatto delle malattie rare e criteri di valutazione dei farmaci orfani” dell’Osservatorio farmaci orfani.
La ricerca è stata effettuata sui database amministrativi della Regione Lombardia con l’obiettivo di stimare la consistenza dei pazienti esenti per malattie rare (più di 270 mila) e la loro caratterizzazione. Dai dati è emerso una prevalenza di malattie rare pari allo 0,46%: 0,53% per le femmine e 0,39% per i maschi. Il dato, certificano nella survey è sottostimato in quanto non include i malati rari a cui non è riconosciuto un codice di esenzione, come anche quelli non esenti.
La distribuzione per età dei pazienti con malattie rare mostra un picco nell’età adolescenziale (10-19) dove è concentrato l’11,6% dei malati ed un ulteriore picco nell’età 40-49 anni dove si concentra il 17,2% degli affetti da patologie rare.
Classificando i pazienti in quattro gruppi di prevalenza è emerso come il “frazionamento” delle patologie e dei casi cresca esponenzialmente al diminuire della prevalenza: nella classe con prevalenza di patologia maggiore troviamo oltre il 40% dei pazienti, afferenti a sole otto condizioni rare (codici di esenzione); all’altro estremo, quello dei pazienti con patologie ultra rare, si concentra poco più del 16% dei soggetti, che si divide però in ben 228 diverse condizioni rare.
Si stima che un malato raro costi al Ssn in media 5.006,26 euro l’anno, pari a 1,36 miliardi a livello nazionale, ovvero l’1,2% della spesa sanitaria.
L’impatto di un malato raro per il Sistema sanitario regionale è di fatto in linea con quello di un paziente colpito da tumore o da malattia neurologica e nettamente inferiore a quello medio di un paziente trapiantato oppure con insufficienza renale o, ancora, con Hiv; l’impatto che il Ssr sostiene per un malato raro è, invece, superiore al costo medio di un paziente con malattie gastro-intestinali, diabete oppure con patologie respiratorie, endocrino metaboliche, cardiovascolari e autoimmuni (2.177,9 euro).
In altri termini, un malato raro in media assorbe in generale meno risorse di un paziente con patologia cronica: la spesa media per un malato raro è di circa 3.168 euro (dato medio tra consumatori e non consumatori), e anche quella sostenuta per i pazienti con almeno una malattia cronica (3.552,8 euro), avvicinandosi a quella dei pazienti con almeno due cronicità (4.500,2 euro).
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Omar
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